Presentato nella sede della Banca il libro di Giulio Buciuni e Giancarlo Corò, che illustra casi studio interessanti sulla crisi e lo sviluppo di aree del Paese e in ottica internazionale
Il rapporto tra centri metropolitani e periferie nell’era digitale: è questo il tema da cui partire per sviluppare un ragionamento che parli di territorio, di economia e di prospettive di crescita.
Gli autori Giulio Buciuni, direttore del Master in Enterpreneurship del Trinity College di Dublino e Giancarlo Corò, professore ordinario di Economia applicata all’Università Ca’ Foscari di Venezia hanno presentato il libro “Periferie competitive” nel corso di una serata evento organizzata da Valpolicella Benaco Banca nella sala Incontri della propria sede di Valgatara.
“Lo studio – racconta Corò – tratta dello sviluppo dei territori nell’economia della conoscenza. Molti si attendevano che i processi di digitalizzazione dell’economia avrebbero diffuso le opportunità di crescita, riducendo la distanza tra aree centrali e periferiche- ha esordito. La realtà è stata molto diversa, con un’accentuazione dei divari che ha creato fratture sociali e politiche sempre più difficili da rimarginare: da un lato città attrattive e progressiste, dove accorrono i talenti e si concentra il capitale finanziario, dall’altro periferie urbane e rurali nelle quali si è perso il senso del futuro e dove si sta montando un pericoloso risentimento politico. Negli Stati Uniti d’America questa dinamica è accentuata, ma altri territori corrono il rischio di vedere realizzata questa situazione”.
L’organizzazione del lavoro, sempre più internazionale, digitale e globale e la condivisione delle conoscenze in comunità allargate e con abilità elevate, rischia di far scivolare pericolosamente le periferie verso il degrado economico e sociale. “E non è detto – ha ammonito Corò- che a rimetterci ci siano territori comunque ricchi e vitali, che perdono centralità e interesse in modo progressivo, impoverendosi di relazioni e di opportunità”.
Gli autori hanno presentato dei casi studio emblematici, che hanno sviluppato da situazioni di criticità dei piani di sviluppo alternativi. “Modelli- ha detto Buciuni- di riscatto da una condizione di debolezza verso uno sviluppo diverso. Aree povere e simbolo di degrado e di emarginazione come Galway in Irlanda, o come nei casi della Ruhr in Germania o di Raleigh Durhem negli Stati Uniti, per arrivare al caso della Via Emilia in Italia, hanno fatto leva proprio sulle loro carenze strutturali per rilanciare un nuovo modello e trovare una nuova identità culturale ed economica”. “E’ stato un evento molto seguito e partecipato dai nostri soci, imprenditori e professionisti- ha commentato in chiusura il Direttore generale di Valpolicella Benaco Banca, Alessandro De Zorzi. Un’occasione per riflettere sull’economia e sull’organizzazione economica dei territori, cercando paralleli e differenze con il nostro caso, dove l’impresa è diffusa, ma dove la cooperazione e il gioco di squadra sono fondamentali per lo sviluppo futuro. In questo senso la Banca di credito cooperativo interpreta il suo ruolo di mediazione e di volano per i progetti e lo spirito di intraprendenza del territorio e delle comunità”.