MutaMenti 2024 spiega nel Nordest l’affermarsi di una in-certa transizione digitale

Il Convento di San Francesco a Pordenone è la sede scelta quest’anno per la presentazione del rapporto Mutamenti 2024, lo studio coordinato dal professor Daniele Marini e che si avvale della collaborazione di docenti universitari ed esperti, per fotografare l’evoluzione della situazione socio-economica nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia.

In questa edizione di MutaMenti, sostenuta da Federazione Veneta BCC, Federazione del Nord Est delle BCC e dall’Associazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane, Zadružne Banke del Friuli Venezia Giulia, in partnership con Fondo Sviluppo FVG e Fondo Sviluppo-Fondo Mutualistico Confcooperative e infine promossa da BCC Pordenonese e Monsile, sono presi in considerazione il processo della transizione digitale e sociale, e l’avvento dell’IA.

E si fa luce su come le due regioni del Nord Est, Veneto e Friuli Venezia Giulia, li stanno affrontando.

Sul palco per la presentazione Daniele Marini (Università di Padova, BCC Pordenonese e Monsile), Gianpiero Dalla Zuanna (Università di Padova), Monica Cominato (Provincia di Vicenza), Tommaso Anastasia (Analytics consultant), Gianluca Toschi (Università di Padova), coordinati dal giornalista Luca Piana, Vicedirettore dei quotidiani Nem. E ancora Roberto Siagri (Rotonium), Cristiana Compagno (Università di Udine), Aleksandar Arsovic (Zero, Future Farming Initiative), Sergio Gatti (Federcasse), Daniela Galante (Confcooperative Veneto), Stefano Miani (Università di Udine), Giovanni Grandi (Università di Trieste), Giulia Baccarin (MIPU Predictive Hub), Francesca Setiffi (Università di Padova) per approfondire i temi della transizione digitale e dell’intelligenza artificiale.

Sul palco i promotori dell’iniziativa: Loris Paolo Rambaldini, Presidente di BCC Pordenonese e Monsile, Flavio Piva, Presidente della Federazione Veneta BCC, Lorenzo Liviero, Presidente di Federazione Nord Est e Luca Occhialini, Presidente dell’Associazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane, Zadružne Banke del Friuli Venezia Giulia, che hanno introdotto lo studio, sottolineando l’importanza di cogliere i segnali socio-economici del territorio per una efficace programmazione come sistema bancario e come BCC in particolare delle azioni a sostegno delle imprese nella produzione, nella digitalizzazione e nell’uso delle tecnologie, nell’applicazione dell’intelligenza artificiale.

“Viviamo immersi in un flusso continuo di transizioni che si sviluppano progressivamente, sovrapponendosi e avvicendandosi velocemente – afferma Daniele Marini, curatore del volume. Non abbiamo ancora bene compreso e concretizzato la cosiddetta quarta Rivoluzione Industriale, che già si affaccia la quinta con caratteristiche proprie e innovative.

Nei tempi recenti non fanno a tempo ad affermarsi le Twin Transition, le Transizioni Gemelle (digitale e ambientale), che irrompe impetuosamente l’Intelligenza Artificiale (AI)” commenta.

Dunque come si presentano le due regioni del Nord Est, Veneto e Friuli Venezia Giulia, all’appuntamento delle diverse transizioni?

“In questa edizione di MutaMenti parliamo del processo della transizione, digitale e sociale, e dell’avvento dell’AI, considerando le modalità con cui le due regioni del Nord Est le stanno affrontando- continua Marini. Abbiamo verificato il livello di conoscenza di queste innovazioni e per avere una prima misura di quanto la popolazione nordestina sia consapevole di cosa sia l’AI e quali siano i timori o le speranze rivolte nei suoi confronti, consideriamo un recente sondaggio svolto presso gli italiani anticipa.

Nonostante l’AI sia un argomento di grande attualità nella comunicazione, solo il 40,9% degli italiani è in grado di rispondere correttamente e l’8,6% non è in grado di rispondere. Quote – puntualizza il professore – che nel Nord Est scendono al 37,4% nel primo caso e salgono all’11,9% nel secondo. Dunque, nelle regioni di questa porzione d’Italia il grado di conoscenza risulta più limitato rispetto ad altri territori”.

“Se poi dal grado di conoscenza, passiamo alla valutazione sugli ipotetici vantaggi e svantaggi dell’introduzione dell’AI, in Italia quanti sottolineano gli aspetti positivi sono il 59,6%, contro il 50,4% che evidenzia quelli negativi- affermano gli studiosi. Nel Nordest otteniamo nel primo caso il 59,9% dei consensi, mentre i secondi salgono al 54,3%. Così, le preoccupazioni fra i nordestini paiono prevalere sulla media nazionale”.

All’interno di questa cornice insistono alcuni aspetti problematici che appesantiscono i processi di transizione non solo economica, ma anche sociale.

I relatori dei vari saggi contenuti nel volume hanno messo in luce alcuni fattori critici, ma anche alcuni fattori positivi, che gli studiosi hanno analizzato.

Vediamone alcuni:

Fattori negativi

Demografia

Il tema demografico continua ad essere e lo sarà per molto tempo ancora una questione centrale. Di qui ai prossimi anni, in assenza di migrazioni, il rapporto fra la popolazione con un’età superiore ai 65 anni e quella in età lavorativa (20-64) del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, oltre che dell’Italia intera, crescerà rapidamente.

Fra gli occupati nel 2004 la quota di giovani (15-34) rispetto al totale degli attivi (15-64 anni) era pari al 36%, mentre i 50-64enni pesavano il 19%.

Vent’anni dopo (2023) questo rapporto si rovescia e i giovani costituiscono solo il 24%, mente i senior salgono al 38%. Un’inversione letterale che non può non costituire un rallentamento ai processi di innovazione.

Capitale umano

Sul fronte del capitale umano l’offerta formativa di corsi universitari sull’AI per l’anno accademico  2023/2024 comprende sul piano nazionale 135 programmi, includendo corsi triennali e magistrali.

Basti considerare che a livello europeo la Germania detiene 265 percorsi, la Francia 181, i Paesi Bassi 164, Irlanda 154. Negli atenei del Nord Est, previsti per l’A.A. 2024/2025 e annoverabili nell’ambito dell’AI, ci sono 3 corsi in Veneto e 5 in Friuli Venezia Giulia. Inoltre la popolazione laureata negli atenei di Veneto e Friuli Venezia Giulia manifesta una predisposizione alla mobilità verso uno Stato europeo più elevata della media nazionale (48,1%): a Padova è il 50,3%, a Ca’ Foscari il 53,1%, a Trieste il 54,4%. Ad una minore offerta formativa negli ambiti del digitale e dell’AI fa da contrappeso una più elevata propensione delle giovani generazioni a mobilitarsi verso altri Stati europei.

Economia

Considerando il quadro economico del primo semestre 2024 si conferma per l’Italia e per il Nord Est una crescita debole. La Banca d’Italia stima un PIL per la fine del 2024 pari a +0,8%, rivendendolo al ribasso rispetto alle stesse stime del governo (+1%). Nei primi mesi dell’anno si è registrato un aumento contenuto, in cui si è registrato un calo delle esportazioni soprattutto verso l’Europa e segnatamente verso la Germania (-5,6%) pari complessivamente all’1,4% per il Nord Est, con un -3,5% in Veneto e un +3,7% in Friuli Venezia Giulia, quest’ultimo determinato dalle positive performance del comparto dei mezzi di trasporto. Il combinato disposto di simili condizioni dovrebbe far chiudere l’anno con un PIL in crescita in Friuli-Venezia Giulia dello 0,7% e in Veneto dello 0,8%.

Fattori positivi

Capitale umano

Appare evidente come in Veneto e in Friuli Venezia Giulia gli indirizzi tecnici dell’istruzione risultino più attrattivi di quelli liceali, rispetto alla media nazionale: se in Italia il 51,7% delle giovani generazioni si iscrive ai licei e il 31,5% ai tecnici (2022/23), in Veneto la popolazione liceale si attesta al 44,6% e quella tecnica si colloca al 37,8%; in Friuli Venezia Giulia quella liceale raggiunge il 48% e quella tecnica il 37,1%.

Mercato del lavoro

In Veneto e Friuli Venezia Giulia l’occupazione ha toccato livelli record, approssimandosi a 2,8 milioni di lavoratori con una crescita indotta dai contratti a tempo indeterminato. Va poi sottolineato positivamente come fra le persone in cerca di prima occupazione oltre il 60% adoperi frequentemente dispositivi digitali, a differenza del 42% fra gli occupati attuali che più frequentemente usano i dispositivi digitali solo per lo stretto necessario.

A mitigare le preoccupazioni sull’incidenza negativa delle tecnologie digitali sull’occupazione vengono i dati sulla variazione del numero di addetti occupati in diversi settori dopo l’adozione di tecnologie 4.0. In quasi tutti quelli considerati il novero è rimasto stabile (nella grande maggioranza dei casi) o è incrementato.

Economia

I tassi di diffusione dell’utilizzo dell’AI sono molto disparati e le applicazioni sono molto vaste, ma diverse imprese di altrettanti settori le stanno sperimentando. Dall’esplorazione delle applicazioni nelle imprese di dimensioni maggiori affiora un mix di utilizzi che sostengono processi e attività disparate.

Ciò conferma come tali innovazioni siano declinabili in modo trasversale e prefigurino applicazioni in ambiti che testimoniano la pervasività di tali tecniche. Questo fa presagire una diffusione delle tecnologie basate sull’AI in settori ancora poco indagati.

Si può ben sostenere che siamo alle battute inziali in una sorta di statu nascenti della transizione digitale e dell’utilizzo dell’AI in generale nelle imprese, ma soprattutto fra quelle di taglia contenuta. Diversa è la condizione in quelle più grandi, dove l’applicazione conosce stadi decisamente più avanzati.

La tesi di MutaMenti 2024 è che per riprendere quella competitività che aveva caratterizzato le regioni del Nord Est negli ultimi due decenni del secolo scorso, l’investimento economico e organizzativo nelle innovazioni digitali e nell’utilizzo dell’AI sia un fattore necessario, ma non sufficiente, se non è parimenti accompagnato da un impegno formativo ed educativo verso persone e comunità. Un impegno che abbia come obiettivo quello di acquisire la coscienza delle sfide e delle opportunità insite nelle transizioni.

BCC Veneta investe in housing sociale in collaborazione con le Ater territoriali per il recupero di alloggi sociali

BCC Veneta e le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale delle tre province di Verona, Vicenza e Padova hanno siglato un protocollo comune per il recupero di alloggi sociali da assegnare a nuclei familiari che vivono in situazione di difficoltà economica.

La collaborazione, siglata a Vicenza nella sede di BCC Veneta, nasce dalla comunanza di intenti e sensibilità per le tematiche sociali espressa da un lato da BCC Veneta, dall’altro dalle Aziende territoriali delle tre province, da cui è partita la proposta.

“L’investimento necessario alla sistemazione di un alloggio sfitto varia mediamente da 10 mila a 50 mila euro, a seconda delle condizioni in cui viene rilasciato e questi sono esborsi a cui le Ater territoriali non riescono più a far fronte solo con le proprie risorse- spiega il Presidente dell’Ater di Vicenza, Valentino Scomazzon. Nell’era del dopo Covid – continua Tiberio Businaro, Presidente dell’Ater di Padova –  le Aziende territoriali si sono trovate a dover affrontare costi per il ripristino di immobili sfitti drammaticamente aumentati a causa del rincaro dei materiali edili”.

Oggi servono maggiori risorse per far fronte agli investimenti necessari alla manutenzione e sistemazione di alloggi da occupare, mentre la domanda di case sociali continua a crescere sia nelle grandi città, sia nelle aree di provincia.

“Se recuperati- conclude Matteo Mattuzzi, Presidente dell’Ater di Verona – questi alloggi possono essere messi a disposizione di nuove famiglie: alloggi da riassegnare poi a nuclei familiari in difficoltà, aiutandoli così a superare il disagio socio-economico in cui versano a favore di un loro pieno inserimento nella comunità”.

BCC Veneta, sollecitata ad un intervento dai 3 Presidenti Ater, ha risposto convintamente, sostenendo la necessità di un piano di azione omogeneo e coordinato, che si tradurrà in una collaborazione per il ripristino di una unità abitativa all’anno per tre anni consecutivi. E questo avverrà  in ciascuna delle province interessate ovvero Vicenza, Padova e Verona.

“Un programma di interventi sul fronte dell’housing sociale era nelle linee strategiche del Consiglio di Amministrazione da tempo- commenta Flavio Piva, Presidente di BCC Veneta –  ma anche nella sensibilità comune dei nostri soci. Proprio nel corso dell’ultima Assemblea alcuni soci presenti avevano portato l’attenzione sulle tematiche abitative, sottolineando come una banca di credito cooperativo realmente radicata nel proprio territorio abbia il compito di occuparsi di questo problema. Attraverso le aziende territoriali- afferma il Presidente – potremo concretamente raggiungere alcune famiglie in difficoltà. La partnership ora potrebbe essere ulteriormente estesa ad altre iniziative per diverse categorie di beneficiari come le giovani coppie e gli studenti, che sono al centro della nostra attenzione”.

Presenti alla firma dell’accordo triennale il Direttore generale Leopoldo Pilati e tutta la Direzione di BCC Veneta. L’intervento da parte della Banca prevede il versamento ad ognuna delle tre Ater firmatarie della Convenzione di una somma di 10  mila euro l’anno per tre anni, con l’impegno da parte delle Aziende territoriali a dettagliare annualmente l’impiego del contributo ricevuto.

Nel corso della riunione i Presidenti ATER hanno fornito alcune informazioni. I dati disponibili a fine 2023 ci danno una sommatoria degli alloggi di proprietà dei 3 Enti territoriali di 16.658 unità, con 2.258 alloggi in gestione. Gli alloggi di proprietà sottoposti a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria nel 2023 sono stati in totale 2783 locati e 303 sfitti. Gli alloggi assegnati nel 2023 sono stati 589, mentre le famiglie in attesa di assegnazione sono oltre seimila.

“Questa collaborazione concreta con BCC Veneta- commentano i firmatari del protocollo di collaborazione – contribuisce a dare una risposta concreta alla domanda di casa, primo passo indispensabile per superare il disagio sociale-economico a favore di un pieno inserimento nella comunità, alla quale potranno apportare il loro contributo. Non è soltanto un valore civico, ma soprattutto di impegno sociale per dare un’opportunità a chi ne ha davvero bisogno”.

BCC Veneta presenta il nuovo volume “Luoghi e memorie del Veneto – dal Garda all’Adriatico”

Continuando il percorso iniziato trent’anni fa di riscoperta e di valorizzazione di storia, arte e cultura dei territori in cui opera, BCC Veneta pubblica nel 2024 un nuovo volume, strenna natalizia per i soci, che contiene un a raccolta di saggi e immagini dedicata al Veneto.

“Luoghi e memorie del Veneto- dal Garda all’Adriatico” comprende i saggi di Claudio Grandis e i ritratti dei paesi di Francesco Jori. La presentazione è curata da Mauro Varotto, professore ordinario di Geografia dell’Università degli Studi di Padova, mentre l’apparato iconografico è di Matteo Danesin. Il coordinamento editoriale è stato affidato a Toni Grossi.

La presentazione del progetto è stata declinata in 4 eventi in province e territori diversi: il 3 dicembre a Este, il 4 dicembre a Chioggia, il 5 dicembre a Bassano del Grappa e l’11 dicembre a Valeggio sul Mincio.

La mission di BCC Veneta nella riscoperta dei borghi e dei luoghi della storia

“È in questo ambito che, mutuando quel percorso iniziato oltre vent’anni anni fa di riscoperta e valorizzazione della storia, dell’arte e della cultura dei territori in cui operiamo mediante la pubblicazione di volumi esclusivi- svela il Presidente di BCC Veneta, Flavio Piva-  proponiamo quest’anno alle socie e ai soci di Bcc Veneta e alle nostre comunità una raccolta inedita di saggi e immagini dedicata alla nostra Regione”. Il Veneto – continua Piva- è il vero protagonista di questo libro, dove abbiamo evitato con scrupolo la tentazione di una visione turistica. Lo sforzo è stato piuttosto quello di cogliere le originalità di questa terra, nella quale campanili, borghi, e paesi poi diventati città hanno avuto genesi e crescita riferibili a contesti e motivazioni diversi. Sullo sfondo il territorio e le sue caratterizzazioni più marcate: le montagne, gli altopiani, le colline, i corsi d’acqua, il lago, i mari e le lagune”.

I venti luoghi scelti per la loro emblematicità hanno dimensioni e narrazioni diverse. Da quelli più consistenti e sviluppati, come Bassano del Grappa, Chioggia, Legnago e Thiene, a quelli di dimensioni più ridotte ma ugualmente ricchi nella storia, come San Giorgio di Valpolicella, Montegalda, Arquà Petrarca e Breganze, ad altri fortemente connotati nell’assetto urbanistico che rimanda a tempi lontani e a remoti fortilizi, come Marostica, Soave, Cittadella, Este e Montagnana.

Vi sono anche veri e propri omaggi alla bellezza, da Valeggio sul Mincio e il Borghetto, a Malcesine e il lago, a Dolo e le sue ville, all’isola di Pellestrina e Lio Piccolo, inni alla natura lagunare, Battaglia, il canale e le terme, Asiago e il suo Altopiano. Tutti connotati da un’evoluzione economica e sociale, che recentemente ha assunto differenziazioni talora marcate.

Banca delle Terre Venete inaugura la nuova filiale nel cuore della Città

È stata inaugurata mercoledì 4 dicembre in Piazza dei Signori a Vicenza la nuova filiale di Banca delle Terre Venete, parte del Gruppo BCC Iccrea.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il Sindaco Giacomo Possamai, il Presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin e il Vicario generale della Diocesi di Vicenza Don Giampaolo Marta.

Presenti numerosi rappresentanti delle Associazioni del territorio e delle categorie produttive, oltre a consiglieri e collaboratori della Banca, che ha sede amministrativa a Vicenza.

A partire da sinistra: il Presidente Gianfranco Sasso, il Direttore Generale Eugenio Adamo e il Responsabile della filiale Marco Zarantonello

“L’inaugurazione di una nuova filiale in un momento storico in cui c’è una tendenza alla desertificazione bancaria è la conferma del nostro modo differente di fare Banca – ha dichiarato il Presidente di Banca delle Terre Venete Gianfranco Sasso – Abbiamo investito in tecnologia, per mettere a disposizione della clientela i più avanzati strumenti di gestione dei pagamenti e dei rapporti bancari, dall’internet banking agli ATM evoluti, ma la relazione rimane il nostro punto di attenzione. L’ascolto e la vicinanza sono per noi valori fondamentali ed è con questo atteggiamento che concretizziamo il nostro essere Banca del territorio”.

Don Giampaolo Marta, assieme al parroco dell’Unità Pastorale Centro storico Don Ivano Maddalena, ha dato la benedizione ai nuovi locali e alle persone che vi lavorano.

“Siamo presenti a Vicenza con quattro filiali – la prossima settimana saranno aperti i nuovi locali in Corso Padova dove si trasferisce lo sportello di Viale Margherita – a testimoniare la nostra volontà di presidiare e servire la città mettendo a disposizione prodotti e consulenza per le famiglie e le imprese, anche con servizi specialistici e nell’ottica della sostenibilità” ha aggiunto il Direttore Generale di Banca delle Terre Venete Eugenio Adamo “La filiale che inauguriamo stasera rappresenta un presidio fisso per la consulenza alle imprese e per la gestione dei patrimoni e uno sportello dove è possibile effettuare operazioni bancarie, anche attraverso l’Area Self, accessibile in orario più esteso. La nuova filiale è il simbolo del nostro impegno a coniugare tradizione e innovazione, puntando su una relazione di fiducia che va oltre la semplice conoscenza”.

Il Responsabile della filiale Marco Zarantonello ha presentato i collaboratori e le collaboratrici, una squadra operativa anche nella filiale di Viale Mazzini: Andrea Porro, suo viceresponsabile, Nicoletta Fochi, Valentina Tamion e Virginia Reniero, ai quali si aggiungono i gestori Paola Pranovi per il segmento corporate e Simone Casaroli per il segmento private.

Dopo il taglio del nastro, la cerimonia è continuata con un brindisi sotto l’albero di Natale.